- Focus on: L’origine delle “borse palpebrali“
- Blefaroplastica
- Focus on: Blefaroplastica: concetti vecchi e nuovi
- Focus on: Quando abbinare alla blefaroplastica un lifting del sopracciglio?
La cute della palpebra inferiore è molto sottile, addirittura più di quella superiore. Immediatamente al di sotto della cute vi è un muscolo (muscolo orbicolare), necessario per chiudere le palpebre. Questo importante muscolo è adagiato su una struttura fibrosa (setto palpebrale), che ricopre i compartimenti adiposi costituiti dal grasso che avvolge l’occhio nella cavità orbitaria per proteggerlo.
Con il passare del tempo, per motivi sia genetici che ambientali (fumo di sigaretta, eccessiva esposizione al sole, etc…), si produce una lassità a carico del setto palpebrale e anche della stessa cute, per cui il tessuto adiposo finisce con l’erniare verso l’esterno determinando quella convessità a livello della palpebra inferiore, colloquialmente chiamata “borsa”.
Possiamo, quindi, comprendere come l’origine delle borse palpebrali sia molto complessa e come solo un intervento chirurgico ben condotto possa migliorare lo sguardo, rendendolo più fresco.
La blefaroplastica è uno degli interventi chirurgici più frequentemente eseguito e altamente gratificante per il paziente e il chirurgo.
I primi segni di invecchiamento del volto si manifestano a livello delle palpebre, rendendo lo sguardo “appesantito” e stanco.
La blefaroplastica ha lo scopo di rimuovere l’eccesso di pelle e tessuto adiposo presenti a carico delle palpebre superiori ed inferiori, conferendo, pertanto, uno sguardo più fresco e giovane.
La moderna blefaroplastica non prevede più una massiva asportazione del grasso, che spesso ha come conseguenza uno sguardo eccessivamente scheletrico, piuttosto comporta il suo riposizionamento in modo da attenuare il brusco passaggio che talora esiste tra la palpebra inferiore e lo zigomo (solco naso-giugale o tear trough), ripristinando un dolce passaggio tra le due zone.
L’intervento comporta, sia per le palpebre superiori che inferiori, una cicatrice in prossimità del bordo ciliare, con esiti cicatriziali praticamente invisibili.
L’intervento viene eseguito in anestesia locale con sedazione e non prevede degenza. I punti di sutura vengono asportati dopo 5 giorni dall’intervento.
Nei primissimi giorni dopo l’intervento si potrebbero formare ecchimosi e gonfiore, che si risolvono spontaneamente nell’arco di qualche giorno.
In passato, le blefaroplastiche superiori comportavano un’eccessiva rimozione del grasso palpebrale, con la conseguenza che lo sguardo appariva scavato (ricordiamo la nota attrice Marlene Dietrich).
Oggigiorno, invece, si tende ad avere un approccio molto più conservativo, asportando il quantitativo di grasso strettamente necessario (agendo, di frequente, solo sulla porzione mediale), che spesso viene addirittura esclusivamente riposizionato e ridistribuito.
Molto spesso, del resto, ci si trova di fronte a blefaroplastiche eseguite in passato, che hanno esitato in un’eccessiva riduzione delle borse palpebrali: in questi casi, si interviene con il lipofilling, che colma il deficit iatrogeno con l’apposizione di nuovo tessuto adiposo prelevato da un’altra sede dell’organismo.
Nell’intervenire sulle palpebre superiori occorre sempre valutare adeguatamente la posizione del sopracciglio. Talora può, infatti, accadere che vi sia una discesa (o ptosi) del sopracciglio, creando così un apparente eccesso di cute palpebrale superiore, che va valutato solo dopo aver collocato nella giusta sede il sopracciglio stesso.
Se, al contrario, si rimuovesse imprudentemente questa cute palpebrale apparentemente in eccesso, la situazione peggiorerebbe in quanto il sopracciglio finirebbe con l’abbassarsi ancora di più, “schiacciando” lo sguardo.
Nella razza caucasica le sopracciglia dovrebbero sempre trovarsi sopra il margine osseo dell’orbita (nella donna circa 2-7 mm sopra tale margine, nell’uomo 1-3 mm). Quando la situazione si discosta da tali valori è necessario valutare attentamente un eventuale intervento di riposizionamento delle sopracciglia.
Il lifting del sopracciglio, nelle sue forme più lievi, può avvenire anche solo tramite adeguata somministrazione di botox. Nei casi più severi è opportuna, invece, una correzione chirurgica, ricorrendo o ad un lifting diretto del sopracciglio o ad un lifting temporale.
PRIMA E DOPO
