FAQ Mammelle Tuberose

Le mammelle tuberose derivano da un’anomalia nello sviluppo del tessuto mammario, che può interessare una o entrambe le mammelle. Per quanto le modalità di presentazione siano varie, vi sono comunque alcune caratteristiche in comune: poca cute tra il margine inferiore dell’areola e il solco sottomammario; forma allungata, con un ampio spazio tra i due seni; areole eccessivamente larghe, dall’aspetto protrudente (erniato); solco sottomammario eccessivamente alto.

L’intervento consiste nell’incidere internamente il tessuto troppo contratto e nell’inserire un impianto protesico. In molti casi, la base di impianto del seno è ampliata, l’areola viene ridotta di dimensioni e il solco sottomammario abbassato ad una posizione più consona. La protesi consentirà di riempire adeguatamente il polo inferiore della mammella.

Una volta terminato l’intervento chirurgico ed effettuata la medicazione, verrà fatto indossare un reggiseno contenitivo per ridurre l’edema e consentire una più agevole guarigione. Se necessario, verranno posizionati dei drenaggi, che quasi sempre saranno rimossi il giorno seguente.

Le cicatrici sono solo attorno all’areola: essendo necessario correggerne il diametro (eccessivamente grande), si sfrutta questa incisione per effettuare, tramite questo accesso, tutto l’intervento.

No, non sempre. Specie nelle forme più lievi, le mammelle tuberose possono essere corrette mediante il lipofilling e delle incisioni (chiamate rigottomie) volte a rilasciare il tessuto connettivo deformato.

È possibile riprendere l’attività sportiva dopo circa 2-3 settimane.