La Ginecomastia (dal greco gyne, donna e mastos, seno) è lo sviluppo eccessivo del seno nel maschio.
Con la normale crescita puberale, durante l’adolescenza, la maggior parte dei ragazzi presenta una modica ipertrofia delle mammelle, destinata a risolversi con l’età. Negli adulti, invece, essa è in genere dovuta all’eccessiva deposizione di adipe o di tessuto adiposo e ghiandolare insieme; si distinguono, infatti, 3 forme di ginecomastia:
- Ginecomastia vera: in cui vi è una spiccata componente ghiandolare. A volte si abbina un eccesso ponderale generalizzato, ma spesso si manifesta anche su fisici magri rappresentando un imbarazzante problema. Può essere connessa all’assunzione di ormoni (body builder) o di farmaci che interferiscono con la produzione di androgeni o estrogeni.
- Ginecomastia falsa (o pseudo ginecomastia): causata da un eccessivo pannicolo adiposo; spesso si associa a sovrappeso o obesità. Le mammelle appaiono grasse e pendule. Non ci sono squilibri ormonali, ma molto spesso il paziente conduce una vita sedentaria ed un’alimentazione irregolare. Se il tono cutaneo è adeguato, il trattamento di scelta è la liposuzione.
- Forme miste: in cui vi è sia un aumento della quota adiposa che di quella ghiandolare.
La liposuzione consente un risultato particolarmente armonioso e naturale e più rapidi tempi di ripresa. Si procede, quindi, all’asportazione della ghiandola (che si trova dietro l’areola) avendo cura di evitare ogni effetto a “scodella”, derivante da un’asportazione troppo aggressiva.
L’intervento è normalmente eseguito in regime di day hospital e non prevede notti di degenza in clinica.
Dopo l’intervento si devono indossare indumenti compressivi (come canottiere in tessuto elastico tecnico) e deve essere evitata l’attività sportiva per almeno un mese.
Nei pazienti ex-obesi, in cui di solito la ginecomastia è di grado grave, devono essere utilizzate tecniche mirate e specifiche, che possono comprendere il trapianto del capezzolo e l’asportazione dell’eccesso di cute e sottocute con adeguato collocamento del solco sottomammario, di solito troppo basso.
Delle varie forme di ginecomastia, quella da farmaci costituisce il 20% circa; una sottopopolazione non trascurabile, anzi in allarmante crescita, è rappresentata da pazienti (per lo più di giovane età) che hanno fatto uso di ormoni anabolizzanti allo scopo di ottenere migliori e più rapidi risultati in palestra.
Il meccanismo che è alla base della formazione di questa particolare forma di ginecomastia (che può essere mono- o bilaterale) si chiama aromatizzazione, vale a dire la trasformazione chimica del testosterone in estrogeno, a livello del tessuto adiposo periferico; gli estrogeni così formati possono agire su organi sessuali secondari, come la ghiandola mammaria, determinandone il patologico aumento di volume. I recettori degli estrogeni possono essere distribuiti in modo disomogeneo a livello delle ghiandole mammarie: ecco perché la ginecomastia può talora essere monolaterale.
Normalmente si tratta di soggetti molto magri e muscolosi, con quasi esclusiva componente ghiandolare, per cui l’approccio chirurgico consiste nell’ escissione della ghiandola mammaria e nel suo esame istologico. La ghiandola ha, in questi casi, una consistenza durissima, compatta e fibrosa. Naturalmente è di primaria importanza l’immediata sospensione delle sostanze dopanti, che hanno effetti collaterali molto seri anche su altri organi e tessuti.
Prima e Dopo
