Lifting del volto

Il lifting del volto, o face-lift, ha subito nel corso del tempo notevoli variazioni: da intervento “eroico” in cui si agiva “stirando” solo la cute del viso, a intervento più complesso il cui obiettivo principale non è quello di “stirare la pelle”, conferendo un aspetto artefatto, quanto piuttosto quello di ricollocare i volumi che, in parte sono dislocati in basso e in parte sono atrofizzati a causa dell’invecchiamento.

Essenziale per questo intervento è la selezione del paziente. Tre aspetti, infatti, rivestono una primaria importanza:

  • La presenza di ipertensione arteriosa mal controllata  
  • L’abitudine al fumo
  • L’uso di farmaci che interferiscono con la coagulazione

Tutti questi aspetti rappresentano, infatti, delle controindicazioni all’intervento, aumentando il rischio di sanguinamento post-operatorio (e quindi di ematomi) e il fenomeno della necrosi cutanea. È importante che il paziente smetta di fumare (o almeno si limiti a non più di 5-6 sigarette al giorno) per almeno un mese prima dell’intervento.

Il lifting facciale consente di correggere in modo radicale le stigmate dell’invecchiamento del volto; molto spesso si effettua, contestualmente, il trapianto di cellule staminali adipose (lipofilling), al fine sia di ripristinare i volumi persi con l’invecchiamento, sia per il suo effetto rigenerativo e terapeutico sulla cute sovrastante, che apparirà più compatta e luminosa. Frequente è anche l’associazione con un intervento di blefaroplastica, rendendo così più giovanile anche lo sguardo; talora si associa una rinoplastica, conferendo tratti più aggraziati al paziente.

In alcuni casi non è necessario ricorrere al lifting completo di viso e collo, ma è possibile effettuare un lifting parziale (anche noto come minilifting) delle sole aree maggiormente interessate dall’invecchiamento. Le procedure del minilifting includono:

  • Lifting temporale (lifting “delle modelle”)
  • Lifting del terzo medio del volto
  • Lifting del collo

Recenti studi hanno evidenziato come il processo di invecchiamento del viso non sia un fenomeno solo a carico dei tessuti molli, ma anche dello scheletro facciale che, nel corso degli anni, va incontro ad un profondo rimaneggiamento responsabile di molti tratti tipici dei soggetti anziani.

Sono state condotte delle TAC del volto di 20 soggetti giovani, 20 soggetti di mezz’età e 20 soggetti anziani e i risultati sono stati comparati. È stato evidenziato come le ossa della faccia (così come del resto tutte le ossa del corpo), con l’invecchiamento vanno incontro ad assottigliamento. Questa scoperta è stata di notevole importanza perché ci si è resi conto del fatto che ad invecchiare non sono solo la pelle e i tessuti sottocutanei, ma anche le strutture ossee della faccia. Le ossa, del resto, costituiscono l’impalcatura sulla quale sono poggiati i muscoli mimici, gli accumuli adiposi e la cute. Se nel corso di un lifting del volto si procedesse soltanto a “stirare” la pelle su un substrato deteriorato, non si potrebbe certamente garantire un aspetto più giovanile.

I cambiamenti che nello specifico sono stati rinvenuti includono:

  • Le orbite più ampie e allungate con l’età: questo può giustificare l’aspetto di “occhio incavato” che talora si osserva nei soggetti anziani
  • L’assottigliamento riguarda anche le ossa dell’arcata sopraccigliare e del naso: questi cambiamenti giustificano un aspetto cadente delle code delle sopracciglia e la formazione di solchi naso-giugali

Un recente studio, pubblicato dalla rivista americana Plastic and Reconstructive Surgery, ha messo in luce gli effetti del fumo sull’invecchiamento del volto. Dal 2007 al 2010, infatti, furono identificati 79 coppie di gemelli, di cui solo uno era fumatore, o comunque fumatore da più di 5 anni rispetto al fratello. Furono eseguite fotografie standardizzate e le loro rughe valutate secondo il grado di profondità, mediante un test apposito (Lemperle Assessment Scale). I risultati furono impressionanti. Il gemello fumatore, infatti, presentava, maggiore ridondanza cutanea a livello delle palpebre superiori, maggiore entità di borse palpebrali inferiori, borse malari, solchi naso-genieni e rughe perilabiali. L’effetto negativo del fumo sulla pelle era già stato messo in risalto da diverso tempo. Già nel 1971 lo studioso Daniell per primo stabilì il legame tra invecchiamento periorbitario precoce e fumo di sigaretta. Studi successivi hanno poi confermato questa relazione, documentando il peggioramento delle rughe e dell’aspetto globale del viso nei fumatori. A livello molecolare il fumo è produttore di radicali liberi, che possono rallentare i processi riparativi, alterando il rinnovamento della matrice extracellulare, riducendo la produzione di collagene (collagene di tipo I e III). E’ probabile che tale alterazione del tessuto connettivo possa giustificare la comparsa di borse palpebrali. La perdita di elasticità cutanea giustifica, del resto l’accentuarsi, nei fumatori, delle rughe naso-labiali e periorali.

Come dire: un motivo in più per smettere di fumare!

Prima e dopo

Agostino Bruno ph Vittorio Carfagna-4475

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