La ricerca di un metodo non invasivo per correggere la forma del naso ha portato a studiare la possibilità dell’uso dei filler. Tale uso è stato spesso nominato come “rinoplastica non-chirurgica”. L’utilizzo dei filler per risolvere alcuni problemi di forma del naso o per correggere deformità secondarie ad altre rinoplastiche ha i suoi vantaggi. È veloce da eseguire, ha costi bassissimi ed evita ogni tipo di convalescenza. Il problema nasce se si valuta il tipo di filler da usare, essendo disponibili in commercio numerose sostanze. Tra i prodotti maggiormente usati ricordiamo l’Idrossiapatite di Calcio (CaHA) e l’Acido Ialuronico. Sebbene si tratti di prodotti sicuri e usati da lungo tempo, e con successo, per migliorare il viso, il loro uso sul naso è piuttosto dibattuto.
L’idrossiapatite di calcio è una sostanza piuttosto viscosa per via del suo contenuto in microsfere. Non è associato a significative reazioni granulomatose e può essere usato per correggere piccoli difetti del naso. Tuttavia, richiede l’uso di aghi di più grande calibro e l’infiltrazione può, pertanto, essere meno confortevole per il paziente. Il prodotto, comunque, ha una lunghissima durata.
L’acido ialuronico è l’altra categoria di prodotto comunemente usata. Viene veicolato da aghi più piccoli, alcuni prodotti contengono anche l’anestetico locale, rendendo quindi l’infiltrazione molto più atraumatica.
Molto importante è poi la sede dove deve essere infiltrato il prodotto. L’infiltrazione va, infatti, condotta in profondità per evitare la palpabilità del prodotto. Le aree più sicure in cui effettuare l’infiltrazione includono il dorso e la radice del naso dove i tessuti sono più elastici. A mio avviso è sconsigliabile l’infiltrazione alla punta, in quanto spesso sede di complicanze (anche necrosi cutanee).
L’uso dei filler nel naso dovrebbe essere, quindi, ristretto a casi selezionati e impiegato per correggere piccoli difetti in pazienti che, per vari motivi, non possono –o non vogliono- affrontare una rinoplastica. La procedura quindi, ben lungi dal poter essere chiamata “rinoplastica non chirurgica”, va attentamente valutata in relazione al singolo caso.
