Il PRP (letteralmente “plasma arricchito con piastrine” Platelet-Rich Plasma) costituisce un’innovativa metodica in chirurgia plastica, di cui tanto si sente parlare, basata sulle proprietà dei fattori di crescita di cui le piastrine sono ricche. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta e quali sono i campi di impiego.
Le piastrine sono dei frammenti cellulari che si trovano nel sangue periferico e che derivano dalla frammentazione di cellule di più grandi dimensioni, chiamate megacariociti, che si trovano nel midollo osseo. Le piastrine, pertanto, a ben vedere non sono delle vere e proprie cellule, in quanto mancano di nucleo cellulare e non sono capaci di dividersi. Al loro interno vi sono circa 50-80 granuli, che contengono più di 30 tipi diversi di proteine bio-attive, molte delle quali implicate nel processo della coagulazione e della guarigione dei tessuti. Le piastrine rimangono in circolo per circa 10 giorni, dopo di che vengono sostituite da altre cellule.
Tra i fattori di crescita contenuti nei granuli delle piastrine ricordiamo:
- Il fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGF)
- Il fattore piastrinico 4 (PF4)
- Il fattore dell’angiogenesi piastrino-derivato (PDAF)
- Il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF)
- Il fattore di crescita epiteliale (EGF)
- Il fattore di crescita delle cellule epiteliali (ECGF)
- Il fattore di crescita insulino-simile (IGF)
- Osteocalcina, osteonectina, fibrinogeno, vitronectina, fibronectina e trombospondina
Complessivamente, queste proteine, ognuna con una specifica funzione, appartengono alla famiglia dei fattori di crescita, delle citochine e delle chemochine, conosciute nel complesso come proteine secretorie in quanto secrete dalle piastrine quando queste sono attivate.
Oggi è possibile ottenere, tramite un semplice prelievo di sangue, sottoposto a centrifugazione, un plasma che ha elevatissime concentrazioni di tali fattori di crescita (383%).
Innestato, tramite punturine, nella zona da trattare, il PRP accelera la proliferazione cellulare (specie delle staminali), favorendo i processi riparativi e di rigenerazione cellulare e di sintesi di collagene. Il tutto senza effetti collaterali, trattandosi di un prodotto derivato dal sangue della stessa persona.
Usi clinici del PRP
Sono stati effettuati numerosi studi sull’applicazione del PRP in diversi settori della medicina, tra cui la Chirurgia Plastica.
Una prima applicazione è come Biostimolante per la cute del viso, del collo e del decolleté, per il miglioramento di cicatrici, come quelle da acne. Per questi scopi, il PRP può essere usato in 3 diverse maniere:
- Iniezioni intradermiche di PRP: questo uso consente un miglioramento della qualità della pelle; infatti, le pazienti riferiscono un viso più luminoso e una pelle più compatta
- Iniezioni di PRP associato al filler: nei casi in cui vi sia una deplezione volumetrica, oltre ad un invecchiamento cutaneo, i filler agiranno ripristinando i volumi, mentre il PRP agirà sulla componente cutanea
- Iniezioni di PRP associato al lipofilling: si tratta della metodica di ringiovanimento capace di dare dei risultati spettacolari, con le giuste indicazioni.
Il PRP trova anche applicazione nei casi di calvizie. In questi casi, viene infiltrato a livello del cuoio capelluto, rendendo i follicoli piliferi più robusti e salutari; attiva le cellule progenitrici del follicolo, promuovendo l’angiogenesi locale (grazie ai numerosi fattori di crescita). A differenza di alcuni farmaci contro la caduta dei capelli (come la Finasteride), che possono essere usati solo dagli uomini, il PRP può essere usato anche nelle donne che presentano caduta di capelli (circa il 50% delle donne in menopausa). Il PRP trova applicazione anche come coadiuvante dopo il trapianto di capelli, nelle zone di alopecia areata, di ipotricosi del sopracciglio o della barba e di altre cause di caduta non ereditarie. Nel numero di Luglio 2013 della rivista European Journal of Plastic Surgery è stato pubblicato un articolo molto interessante dal titolo “Il trattamento con il PRP è efficace e sicuro per il trattamento dell’alopecia”. Nel corso di un anno, 42 pazienti (soprattutto uomini) con alopecia androgenetica sono stati trattati con l’infiltrazione di 8-12 cc di PRP. Prima del trattamento è stato effettuato un test di tensione del capello per valutarne la forza iniziale. Fu condotta un’infiltrazione ogni dieci giorni per un totale di 5. 3 mesi, dopo l’ultima infiltrazione furono ripetuti i test, che documentarono un netto miglioramento, oltre ad un alto livello di soddisfazione dei pazienti. I risultati migliori furono visti nei pazienti che lamentavano caduta da meno di 2 anni.
Il recupero dalle infiltrazioni con il PRP è pressoché immediato. Può verificarsi un leggero edema della zona trattata (4-6 ore dopo l’infiltrazione), che si risolve nel giro di qualche ulteriore ora. Controindicazioni al trattamento includono:
- Neoplasie cutanee a livello della faccia o del cuoio capelluto, anche se avute in passato (epitelioma basocellulare o spinocellulare, melanoma),
- Patologie dermatologiche riguardanti il viso (ad esempio la porfiria),
- Patologie ematologiche,
- Terapia con anticoagulanti.
Evelyn-Evanthia Betsi et al Platelet-rich plasma injection is effective and safe for the treatment of alopecia July 2013
